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“Siamo invasi dalla mafia, stanno mettendo le mani dappertutto e sono forti grazie alla droga”

di Stefano Marilungo

“Da Porto Recanati a Pedaso la malavita organizzata è dappertutto: comprano immobili, fabbriche, negozi e dilagano grazie alla droga”. Il grido d’allarme è stato lanciato ieri sera  durante la conferenza di presentazione del libro Notte di Sangue scritto da Giuseppe Bommarito e Marco Di Stefano dove è ricostruito il famoso scontro a fuoco del 1977  cominciato a Porto San Giorgio e finito a Civitanova Marche dove persero la vita l’appuntato Alfredo Beni e il maresciallo Sergio Piermanni. Nell’inseguimento tra i malavitosi e le forze dell’ordine rimase gravemente ferito il Generale Rosario Aiosa che ieri sera ha ricordato i particolari di quella notte che scosse l’Italia intera.

La serata nel cortile della Lega Navale

A fare gli onori di casa alla Lega Navale, accanto ai familiari delle vittime, il sindaco Valerio Vesprini con vicino il Prefetto Edoardo D’Alascio e tutti i vertici provinciali di Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia di Stato e Capitaneria di Porto.

Presenti autorità civili e militari

“Allora il malaffare segnava con il sangue – ha commentato l’avvocato e scrittore Giuseppe Bommarito – oggi il mostro,  così definisco la mafia, non ha bisogno di stragi. Sembra silente ma è dappertutto: fa affari immobiliari, compra aziende, negozi e soprattutto ha una rete di spaccio terrificante. La droga, in particolare la cocaina, è il loro motore economico:  per questo dico ai genitori  attenzione ai giovani. Lo dice uno che ha perso il proprio figlio perché vittima dello stupefacente”.

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Un quadro che impressiona perché, come ha spiegato lo scrittore, “siamo arrivati al punto in cui sono i cittadini a cercare la malavita per vendere una fabbrica,  un immobile”.

In tutto ciò c’è una giustizia che non riesce ad arginare il nemico perchè la piramide “è composta professionisti preparati e soprattutto hanno capitali per corrompere. Le pene non sono adeguate per chi produce fatture false, società per il riciclaggio e chi sparge droga. Le Marche laboriose sono terreno fertile per la ndrangheta e l’assurdo è che nella nostra Regione non c’é spazio per la Dia”.

Marco Di Stefano l’altro scrittore del libro e nipote di Alfredi Beni ha ricostruito con una ricerca minuziosa il fatto di cronaca del 1977, la prima incursione sanguinosa della mafia nel territorio, ripercorrendo i luoghi dello scontro a fuoco. Fatti di storia tradotti in un libro che segna il tempo.

La serata organizzata dall’associazione Liberamente è stata moderata da Andrea Angeli e Luciano Magnalbò.