Ha un volto e un nome chi sabato sera poco prima della mezzanotte ha sparato tre colpi d’arma da fuoco durante la rissa in piazzetta Silenzi tra due bande di magrebini in lotta oramai da tempo per il controllo dello spaccio. Si tratterebbe di un giovane tunisino a cui gli investigatori della Polizia di Fermo sono arrivati dopo testimonianze e l’acquisizione di immagini di videosorveglianza privata.
Telecamere che hanno consentito anche di individuare il tragitto della fuga e la zona dove il tunisino (probabilmente non da solo) avrebbe nascosto la pistola. Domenica e ieri gli uomini della Polizia Scientifica hanno perlustrato l’arenile anche con il metal detector, a cominciare da piazzetta Silenzi dove sabato sera sono stati rinvenuti i bossoli, e sotto un natante hanno rinvenuto un’arma, probabilmente quella usata nella rissa.
Una pistola vera, non una scacciacani come ipotizzato in un primo momento: si tratterebbe di una automatica che ora è al vaglio degli inquirenti insieme ai bossoli.
Un quadro che aggrava l’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Fermo. È stato giá sentito il giovane marocchino ferito al volto proprio dal calcio della pistola e finito al Pronto Soccorso e dal racconto si sta cercando di stilare la lista dei protagonisti del sabato di follia.