“È assolutamente apprezzabile l’iniziativa dell’amministrazione in carica (al di là di folcloristiche fiaccolate) di intitolare la rotatoria che congiunge Via della Repubblica con Via Martiri di Cefalonia alle sorelle Radaecchi e a tutte le vittime della tragedia delle foibe”. Inizia così una nota del circolo sangiorgese del Partito Democratico a commento della fiaccolata di stasera a partire dalle ore 21 da piazza Manzoni che arriverà alla rotonda di fine via della Repubblica per l’intitolazione della rotonda.
“Scegliere quella rotatoria e quella congiunzione di vie è stata, non sappiamo se voluta o meno, una scelta appropriata – scrivono – perché le tre intitolazioni ricordano il contesto storico delle tragiche vicende legate ai martiri di Cefalonia e alle vittime delle foibe, e celebrano la nostra Repubblica con la sua Costituzione”.
“Dalla Seconda guerra mondiale, con i suoi cinquanta milioni di morti e la conseguente rovinosa caduta del Nazismo e del Fascismo, nasce la nostra Repubblica, e dalle ceneri del Fascismo la nostra Costituzione. Questa è stata interamente scritta dai padri costituenti grazie alla lotta partigiana, al contrario di quanto avvenuto all’omologo testo degli ex alleati tedeschi alla fine di quella disastrosa avventura che seminò morte e dolore quasi ovunque.
I martiri di Cefalonia furono le prime vittime italiane di una rappresaglia nazista dopo l’8 settembre del 1943.
E le foibe?
Cosa c’entra il Fascismo con le foibe?
Basterebbe digitare su qualunque motore di ricerca nomi come Mario Roatta, Circolare C3, o “italianizzazione forzata delle popolazioni di Istria e Slovenia” per scoprire che purtroppo il Fascismo ha avuto un ruolo determinante nel creare un clima di odio smisurato verso gli italiani. Questo si è concretizzato negli omicidi di civili inermi, trucidati in modo infame dai partigiani di Tito per il solo fatto di essere nostri connazionali.
In trecentomila fuggirono da quelle terre a cui sentivano di appartenere abbandonando le proprie case, e non si rende loro giustizia se non chiamando in causa tutti i corresponsabili di una simile tragedia.
In un’ottica di pacificazione totale auspicata più volte dal nostro Presidente della Repubblica, riteniamo sarebbe opportuno intitolare uno spazio pubblico anche a quelle vittime dei territori verso cui il regime fascista si comportò da Stato aggressore”.