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Noi Moderati chiama gli amministratori e lancia la campagna elettorale per le regionali

Alla vigilia de li jorni de la merla è partita la campagna elettorale per le regionali di Noi Moderati e del suo nuovo delfino locale Marco Marinangeli. Una cena  sold out con 160 partecipanti al costo di 20 euro (di sabato sera per un ristorante è davvero poco, speriamo che il partito abbia pagato almeno lo “scomodo”)  dove gran parte dei presenti erano attivisti provenienti da fuori provincia, amministratori locali e qualche amico. Al tavolo il n.1 di Noi Moderati e parlamentare Maurizio Lupi, non nuovo a Porto San Giorgio visto già negli anni novanta per Forza Italia dove militava lo stesso Marinangeli, il Presidente della Provincia Michele Ortenzi, il sindaco sangiorgese Valerio Vesprini, i colleghi di Fermo Paolo Calcinato, Porto Sant’Elpidio Massimiliano Ciaroella (presente il vice e responsabile provinciale di Fdi Balestrieri) e amministratori dei piccoli centri  del fermano, ascolano e maceratese.

Di popolo elettore ben poco. Tanti i temi d’attualità toccati dal leader di Noi Moderati che ha ribadito a più non posso che la casa di questo nuovo partito è il centro destra. Fiducia piena al governatore Francesco Acquaroli come ha sostenuto lo stesso Marco Marinangeli da poco approdato in NM dopo essere stato eletto nel settembre 2020 nella Lega di Salvini. L’attuale Consigliere Regionale sangiorgese sarà tra i 4 candidati del fermano insieme al Presidente del consiglio comunale di Porto Sant’Elpidio Diego Tofoni, mentre le quote rosa saranno da trovare una in Valdaso e l’altra nell’alta Valtenna.

Alla conviviale di ieri sera presente anche il Presidente del Consiglio Comunale sangiorgese Fabio Bragagnolo, i consiglieri Emanuele Morese, Giulia Marinangeli e Andrea Susino, oltre ad ex leghisti,  grillini e civici che nella primavera del 2017 avevano anche avvicinato Nicola Loira candidato sindaco per un appoggio al secondo mandato. Come a dire per un posto sotto i riflettori in politica non si guarda in faccia a nessuno ma poi non ci si può lamentare se il 50% dei cittadini resta lontano dalle urne. I partiti ad personam non piacciono e la democrazia partecipata non può essere sempre e solo uno slogan da campagna elettorale. I tempi sono quel che sono e l’ignoranza politica per fortuna è sempre più rara.