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Mercato ittico a rischio chiusura, sono rimasti solo due armatori . Crollo degli affari

Il mercato ittico è a rischio chiusura per crollo degli affari. Dopo il fermo pesca, dei 5 motopesca in carico alla marineria sangiorgese, solo due sbarcano a Porto San Giorgio per un quantitativo di casse che finisce sul nastro dell’asta troppo piccolo per reggere i costi di gestione. La poca quantità, inoltre, allontana i commercianti così che i pochi che frequentano la struttura sangiorgese fanno cartello e mandano giù i prezzi. Non è escluso che nelle prossime settimane anche i due armatori rimasti ad astare in città scelgono San Benedetto del Tronto, Civitanova Marche o altri mercati come stanno facendo gli altri 3 colleghi.

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Il declino della marineria sangiorgese è stato progressivo dopo i primi anni duemila: tra rottamazione delle licenze e cambi generazionali non messi in atto, il settore è andato via via in affanno. A ciò vanno aggiunte regole e leggi per la tutela marina che hanno portato alla riduzione  dei giorni di pesca e non ultimo il costo alle stelle del carburante (quasi triolicato) che a volte vanifica il sacrificio di giorno e notte in mezzo al mare.

A proposito di carburante c’è da aggiungere che il porto peschereccio da due anni è privo di pompa di gasolio e ad oggi, nonostante l’amministrazione Vesprini abbia affidato la gestione alla Sgds e le promesse della riapertura, tutto ancora tace. Questo costringe gli armatori a dover andare in altri porti per il pieno di gasolio ed è questo uno dei motivi per cui  tre armatori hanno scelto di accasarsi tra San Benedetto del Tronto e Civitanova Marche e quindi vendere fuori da Porto San Giorgio.

 

Che ne sarà del mercato ittico per ora non si sa. L’assessore alla pesca Fabio Senzacqua ha fatto del tutto per far ripartire l’asta dopo il fermo 2024 ma i numeri per far quadrare i conti non ci sono tanto che si parla di una perdita di circa 80/90 mila euro per l’anno in corso.

La struttura che conta un direttore e due dipendenti, ha problemi anche all’architettura  per via della salsedine che rovinando l’impalcato. L’ipotesi più probabile è che a fine anno possa sarà fermato il nastro dell’asta e il blocco dell’attività.