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Marconi: il Comune ha rifiutato la nostra proposta, porteremo via tutto dal porto

“Il Comune ha detto no alla nostra proposta per l’acquisto o l’affitto di tutti i beni amovibili presenti nella struttura. Resta in piedi la terza strada: la sostituzione ad opera di chi subentrerà nella gestione. Senza rimarremo lì”.  Sono le parole del Presidente del Marina Renato Marconi che rilancia: “l’autorità marittima chiede dialogo in questa fase ma non  abbiamo l’interlocutore, l’assessore Senzacqua rifiuta ogni confronto nonostante la nostra disponibilità”.

La corsa dell’amministrazione, intanto, è cominciata.  Fissata la data del Consiglio Comunale d’urgenza (19 maggio)per assegnare la gestione del porto alla San Giorgio Distribuzione e Servizi, mentre giovedì prossimo ci sarà la Commissione. L’altro ieri la giunta comunale ha deliberato le linee guida per il passaggio di consegne con un contributo economico alla partecipata di poche migliaia di euro, cifra non certo sufficiente per prendere in mano la struttura qualora dovesse essere confermata l’intenzione del Marina di rimuovere tutte le strutture di proprietà.

“Salvaguardiamo i nostri beni, il valore dell’approdo stimato da ingegneri della Politecnica delle Marche è di 90 milioni di euro – spiega Marconi – 75 inamovibili e 15 amovibili. Parliamo di beni e strumenti che hanno anni di vita: 6/7 milioni è l’indennizzo chiesto per usciere e lasciare tutto così com’è e garantire la funzionalità. Senza non so come possono operare”.

A vigilare sulle operazioni di passaggio di consegne fissate per fine maggio la Capitaneria di San Benedetto del Tronto che sta lavorando per evitare che ci sia interruzione dei servizi ai diportisti. Una mazzata per i diportisti.

Unico dubbio è: dove prenderà i quattrini la San Giorgio Distribuzione e Servizi per assicurazioni, personale e soprattutto l’acquisto di tutti i beni amovibili che il Marina per mano del liquidatore della società porterà via?

Sindaco e vice che gestiscono le operazioni in prima persona sono chiusi nel silenzio. La parola solo nei luoghi istituzionali, come se il porto fosse solo un affare loro e non dei sangiorgesi.