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Intervista a Loira: città in crisi? Non si governa senza una visione. Regionali? A disposizione del partito

Porto San Giorgio città del commercio e del terziario soffre, forse la stagione peggiore del nuovo secolo in termini di fatturato. Ne parliamo con l’ex sindaco Nicola Loira, oggi capogruppo consiliare del PD. La crisi socio-economica è strutturale o figlia di un politica amministrativa non adeguata?

Dire che non è strutturale non mi sembra onesto, anche se qualche anno fa faceva comodo dire che era colpa del Comune. Tuttavia, oggi che si è preso definitivamente atto dei nuovi scenari, delle nuove dinamiche commerciali, bisognerebbe adeguare la politica amministrativa e non continuare ad operare con i modi di ieri.

Le categorie chiedono sostegni, qualche giunta abbozza bandi e sgravi su tributi locali.  Quale misure si potrebbe mettere in atto?

Porto San Giorgio nel tempo si è fortemente caratterizzata per un tessuto commerciale diffuso, di qualità e rilevante per dimensioni rispetto alla consistenza del territorio ed al numero degli abitanti. Poi la crisi economica, l’impatto dei social che hanno mutato radicalmente le abitudini di vita delle persone, nuove arterie viarie che hanno tagliato fuori la nostra città, lo sviluppo di Campiglione che ha fatto da tappo per la media Valtenna, sono stati fattori determinanti. Pensare ad interventi di sostegno finirebbe per nascondere il problema sotto al tappeto e dubito che il bilancio del Comune sia in grado di sopportare misure economiche, contributi o sgravi.

Come si può intervenire allora per agevolare e mettere gli operatori nella condizione migliore per gestire le proprie attività?

Nel 2012 pensavamo che riqualificare la città fosse imprescindibile per mantenere la vocazione turistico commerciale di Porto San Giorgio: e allora Bambinopoli, viale Cavallotti, Piazza Matteotti, via Gentili come via del food, definitiva consacrazione di corso Castel San Giorgio come cuore pulsante della città e il ponte sull’Ete. Ma non è ancora sufficiente. Bisogna spingere con forza sul privato perché proceda al recupero dell’immobile Excelsior e al contempo investire sulla riqualificazione urbana: penso, ad esempio,  a fiori e un verde più curato per rendere la città più accogliente. Una nuova illuminazione efficiente ed adeguata perché si riscopra la piacevolezza di vivere il contesto cittadino. Un beneficio per residenti, turisti, frequentatori e operatori commerciali.

La Confesercenti nei giorni scorsi ha lanciato un grido d’allarme e una proposta: troppe attività di food, stop alle licenze. Cosa ne pensa?

Detta così non sono d’accordo, nel senso che la ristorazione nella sua accezione più ampia, rimane uno dei pochi settori che spinge le persone ad uscire, incontrarsi, stare insieme e vivere la città. In questi anni ha rappresentato una variabile importante per Porto San Giorgio dove altri generi commerciali hanno segnato pesantemente il passo.

Sono d’attualità i numeri sul turismo 2024: differenze di poca entità rispetto al dato che più interessa alle imprese, ovvero il calo del fatturato. I cambi di destinazione delle strutture alberghiere sono inevitabili o si può fare altro?

I numeri si fanno ancora grazie al gemellaggio con Nymburg e qualche evento sportivo, un brodino caldo che non sazia. I cambi di destinazione non sono la soluzione, specie se estemporanei e non legati ad uno scopo. La mia amministrazione si dotò di un regolamento che fotografava l’esistente e disciplinava variazioni di destinazione urbanistica di strutture chiuse da cinque anni non più in possesso dei requisiti per l’esercizio dell’attività, in regola con il pagamento dei tributi comunali, con l’obbligo di corrispondere al comune il cinquanta per cento del plusvalore acquisito da destinare per la riqualificazione del lungomare. Elemento determinante, insieme al porto, per l’esercizio della vocazione turistica di Porto San Giorgio.

Come ridare vigore allora  agli imprenditori e all’industria turistica in generale?

Ripensando completamente il ruolo della città. E’ necessaria una politica di programmazione territoriale di incoming, con un lavoro da fare in modo organico insieme agli altri comuni e agli operatori, da quelli della costa a quelli dei Sibillini. Nonostante i proclami, invece, si assiste solo alla penosa competizione fatta con le foto delle piazze piene per gli eventi mordi e fuggi che non lasciano niente al tessuto socio economico.

Macchina comunale: il dirigente Carlo Popolizio se ne va, è il terzo apicale a lasciare in due anni e mezzo di Vesprini sindaco. C’è qualcosa che non va nel rapporto tra macchina comunale e amministratori o è fisiologico?

Nulla di fisiologico, un tempo lavorare per il Comune di Porto San Giorgio era un onore e un privilegio. E’ evidente che si è determinato un clima di insoddisfazione generale che porta, chi può, a lavorare altrove. Non riesco ad immaginare dove, come e con chi il sindaco possa costruire le condizioni adeguate per affrontare le questioni fondamentali per il presente ed il futuro della città: gestione del porto in caso di conferma della decadenza, piano attuativo delle aree pubbliche nella zona portuale, pubblica illuminazione, variante generale al piano regolatore, delocalizzazione ecocentro e quant’altro.

Il vice sindaco Senzacqua mena sempre sul fatto che da sindaco ha lasciato un settore patrimonio alla mercé. Cosa risponde?

Senzacqua usa la questione patrimonio come un’arma di distrazione dalle sue gravi e scomode difficoltà e dai risultati conseguiti dalle mie due amministrazioni dove Vesprini, per nove anni, è stato uno dei miei più stretti collaboratori e per questo, è assolutamente comprensibile l’imbarazzo di averlo come sindaco ed i goffi tentativi di smarcarsi dal passato. Il patrimonio è stato gestito in continuità con quanto si faceva prima, sicuramente in modo non ideale e per questo sul finale del mio mandato, in occasione di alcuni pensionamenti, ho avviato una riorganizzazione che poi ha favorito un nuovo modo di gestione sicuramente più attento ed efficace.

Tra 10 mesi l’appuntamento con le regionali. È vero che il Partito Democratico  ha chiesto la disponibilità a candidarsi?

Il mio partito ha iniziato il percorso che porta alle regionali, ma non si è ancora arrivati a parlare di candidature e nessuno, se non i miei amici e compagni di Porto San Giorgio, mi ha chiesto di scendere in campo. Per fortuna al PD del fermano non manca una classe dirigente preparata e con esperienza da mettere al servizio del territorio.

Matteo Ricci è l’uomo giusto contro l’onda di centro destra di Fratelli d’Italia?

Si, penso possa esserlo. Coniuga una comprovata esperienza amministrativa a spiccate doti di leadership e poi è fortemente determinato a restituire orgoglio e dignità ai marchigiani.

Marinangeli, Putzu e Marcozzi: sono stati buoni consiglieri regionali per il Fermano?

Mi sembra evidente che abbiano pensato più alla loro immagine che agli interessi del territorio che, se possibile, è scivolato ancora più giù rispetto alle altre province.

Un giorno rifarebbe il candidato sindaco di Porto San Giorgio?

Lo escluderei perché penso di aver dato abbastanza anche in termini personali, ma mai dire mai quando si ama la propria città . L’amore per Porto San Giorgio è forte in me ed è autentico perché viene da lontano e a volte, nonostante tutto, può essere fonte di responsabilità.