di Stefano Marilungo
Per il turismo settembre è il momento di bilanci, analisi dei fatturati e soprattutto considerazioni sulle scelte programmate. Numeri fondamentali per disegnare il 2025 che andrebbe pensato oggi e non dopo Natale. A Porto San Giorgio, oggi come in passato, questa riflessione è fatta ognuno a casa sua: operatori, commercianti, amministratori tirano le somme senza un confronto complessivo ed organico, utile e necessario per evitare errori futuri e migliorare.
Eppure turismo e terziario sono argomenti cardine nell’economia della città ma chi governa e chi ha governato ha sempre scelto la strada di un confronto con i singoli e mai un tavolo allargato. Oggi questo metodo, oltre che dispendioso, è anacronistico perché mode, marketing e progetti hanno bisogno di timing e professionalità.
L’assessore al turismo non può fare l’organizzatore di eventi, gli operatori dovrebbero fare un corpo unico in termini di promozione, ospitalità e accoglienza mentre i commercianti essere parte integrante del sistema e non un comparto a se.
Ecco dunque che la Consulta per il turismo è diventata una necessità non più derogabile perchè la crisi del settore commercio e turismo è travolgente col rischio di chiusure o conversioni di strutture recettive. Chi amministra questa cittá e ha conquistato il popolo con il termine partecipazione, dovrebbe mettere mano e varare nel più breve tempo possibile un regolamento come in tanti altri Comuni d’Italia.
Un tavolo dove albergatori, titolari di B&B, case vacanza, villaggi, ristoratori, balneari, commercianti e associazioni con un loro rappresentante siano attori dell’industria turistica per un brand Porto San Giorgio che ha bisogno di un piano marketing e una programmazione a lungo termine. Un tempo il prodotto Porto San Giorgio si vendeva da solo: oggi il villeggiante per un mese non c’è più, quel costume della famiglia Brambilla che mandava al mare moglie e figli appena finita la scuola per tornava in città a settembre è solo un ricordo. Oggi c’é il turista che oltre alla spiaggia vuole vivere e conoscere il territorio, quello del weekend o legato ad eventi. Se pensiamo ancora al villeggiante in pensione completa che va a fare shopping alle 18, poi aperitivo al bar e passeggia in su e giu sul lungomare tutte le sere tra mercatini siamo dei boomer.