“Adesso chi salverà dal naufragio il Comune e la piccola partecipata SGDS, sacrificata ad accollarsi le spese e le responsabilità della gestione?”. Il gruppo consiliare del Partito Democratico, dopo aver abbandonato stasera l’aula di via Veneto al momento del voto per l’affido del porto turistico alla partecipata Sgds (ordine del giorno passato con i voti della maggioranza ) , prende carta e penna mette nero su bianco ai dubbi dell’operazione.
“Fin da quando il Comune ha intrapreso il procedimento di decadenza della concessione – scrive in ina nota il PD – , Senzacqua & Co. hanno fortissimamente voluto prendere in mano il porto, guardandosi bene dal valutare se ci fossero alternative che non addossassero ai cittadini di Porto San Giorgio i rischi di un coinvolgimento diretto dell’Ente in un’attività così rischiosa e complicata.
Confidavamo sul fatto che, una volta defenestrato Mognaschi, il nuovo corso della partecipata avesse messo al riparo il destino della Società, quello dei servizi gestiti e quello dei lavoratori, rifiutando di mettersi al servizio delle mire avventate degli amministratori sangiorgesi.
E invece sopra alle spalle fragili della SGDS adesso ci finisce il porto e poi la pubblica illuminazione, anche se la città continua ad essere al buio ma non è un problema perché adesso, per qualche mese, pioverà di meno e farà notte più tardi.
Negli atti con cui si trasferisce alla partecipata la gestione del porto, solo supposizioni, nessun dato concreto e nessun computo a giustificare i duecentoventi mila euro di investimento per garantire la sicurezza all’interno dell’infrastruttura. Quanta parte dell’impianto antincendio da sostituire? Quanta parte dell’impianto di illuminazione? Quante colonnine? Mistero. E se il 25 (data in cui il Marina deve lasciare) ci si accorgesse che servono più soldi di quelli stanziati e derivanti da due decreti regionali, chi paga? I sangiorgesi? Come si fa a garantire la sicurezza?”.
“La gestione diretta o l’affidamento alla SGDS sarebbe dovuta essere l’ultima ipotesi – conclude la norlta – , quella a cui ricorrere per disperazione dopo aver percorso tutte le strade possibili ed immaginabili. Senzacqua invece ha deciso che il Comune deve fare l’imprenditore senza riflettere su chi devono ricadere i rischi dell’impresa.
Il gruppo consiliare del PD, che fin da subito ha dato invano la propria disponibilità a ragionare insieme su come si sarebbe dovuto gestire il porto dopo la decadenza del concessionario, critica decisamente l’affidamento alla partecipata, tra l’altro inadeguata per struttura e capitale, invitando l’Amministrazione a promuovere immediatamente un bando per la concessine definitiva ad un soggetto competente e capace di dare attuazione al piano regolatore portuale. Il gruppo al momento del voto ha abbandonato l’aula.”