Lavori apprrossimativi, impegni progettuali disattesi, nuovo verde già in condizioni pietose e arredi decontestualizzati. Il comitato per il lungomare dopo confronti tra le associazioni e con i cittadini tirna alla carica sull’operato progettuale del nuovo lungomare sud a pochi giorni dalla riapertura del cantiere per la secinda trance di interventi fino a via Curtatone.
“La riflessione parte da ciò che è stato realizzato fino a via Doninzetti – spiega il portavoce Luca Romanelli -. Avevamo un filare di tanerici rigoglioso, storico e sano segno di vitalità ed è sotto gli occhi di tutti la fine che hanno fatto. Avevamo 4 milioni da spendere per trasformare la litoranea in un luogo attrattivo. Oggi, invece, ci ritroviamo piantine di tamerici che prima di dare lo stesso apporto in termini di ossigeno e ombra avranno bisogno di anni ed anni. Inoltre c’è giá l’incuria: 3/4 delle nuove sono già secche, oltre al verde degli aiuole”.
E ancora. “Come sono state trattate le tamerici del vecchio filare? Sono arrivati degli holigans e le hanno strappate alla meno peggio, le poche trapiantate sono morte immediatamente per inaudita imperizia. Comportamento umiliante dell’amministrazione verso verde e cittadini: le ricollocheremo aveva detto Vesprini…la foto di piazza XXV Aprile è ciò che hanno combinato. Stessa sorte per le palme: hanno reciso le radici e stanno morendo. Non è questione di punteruolo come qualcuno va dicendo”.
“Non abbiamo più il verde che avevamo prima – continua Romanelli che parla a nome di tutte le associazioni di ambientalisti – e per rimediare al fatto di non avere più ombra i progettisti hanno arredato con ombrelloni di metallo come le panchine, 4 in tutto, desolanti”.
C’è poi la questione parcheggi. “Hanno abbattuto il filare perchè avevano bisogno di spazio per due file di posti auto. Hanno dirottato per la spina di pesce dimenticando il cordolo di protezione per pedoni e disabili. Perchè è scomparso?”.
Un lungomare inclusivo e in armonia con le aree ad ovest ma i varchi sono spariti, come i dossi per l’attraversamento e i percorsi tattili. Una denuncia forte che il comitato mette nelle mani della città denunciando il metodo di lavoro che non ha rispettato il capitolato.
“Dov’è la pavimentazione in massello? – chiede il comitato – solo betonelle di cemento peraltro posate male, irregolari e imbrabbate con finiture approssimative. Esecuzione povera.
Era previsto nel progetto il recupero di acqua piovana per l’irrigazione invece non c’é. I portabici? Curiosi arnesi per poche. Il risultato che vediamo – conclude Luca Romanelli – è disastroso, una umiliazione per la città”.
Luigi Silenzi guarda oltre l’attuale progettazione a sud. “Come è pensabile realizzare questo concetto sul resto del lungomare dove abbiamo spazi più ristretti?” si domanda tirando in ballo “una giintanto dalla pochezza culturale” .
“I finanziamenti pnrr sono nell’interesse di tutti per migliorare la dotazione del verde invece ci ritroviamo che il verde non c è più. Atteggiamento grave. Il lungomare è un accessorio alla spiaggia un luogo si frescura: unico in Italia dove non c è ppiùl’ombra, il ristoro”.