L’equilibrio futuro del patto civico-partitico dell’amministrazione Vesprini dipende dalle prossime regionali. A suonare il campanello è il neo coordinatore di Fratelli d’Italia Andrea Agostini che promette una lealtá fondata sulla filiera Governo, Regione e Comune che funziona visti i tanti finanziamenti che stanno arrivando all’ente. Cosa succederà se in autunno la Regione dovesse cambiare colore? Il famoso civismo senza sinboli del progetto Vesprini potrebbe essere messo in discussione dal marketing dei partiti che oggi sono guidati dagli stessi nomi che Vesprini aveva messo nella famosa black list nella primavera del 2022.
Ha cominciato Marco Marinangeli prendendosi scena e guida di Noi Moderati, ora Andrea Agostini neo coordinatore di Fdi e prossimamente Carlo Del Vecchio che congresso della Lega dovrebbe assumere la guida comunale del partito di Salvini oggi commissariato. A questi va aggiunta Forza Italia che non ha mai gradito il no di Vesprini al rimpasto di giunta.
La carica civica del sindaco stesso sta perdendo quota con la cancellazione della partecipazione dei non eletti e soprattutto il calo della fiducia dei cittadini. La lista Si Può c’è ma è solo virtuale, Insieme è condizionata alle prossime regionali e Psg al centro comincia a manifestare mal di pancia.
Anche il body language di giunta e maggioranza è cambiato: i saluti istituzionali a tre (Vesprini, Bragagnolo e Lanciotti) al congresso Fdi (perché? debolezza?) e l’assenza della sorellina Vagnozzi (è rottura!!) sono un esempio. E poi le parole di Andrea Agostini nel documento programmatico: stima verso Morese e gratitudine all’ex vice sindaco Salvatelli, entrambi out dal progetto Vesprini.
C’è poco da star sereni, politicamente parlando, per Valerio Vesprini che continua nel suo lavoro a suon di cantieri (lungomare, Arena Europa, mercato coperto, parchi e strade), progetti futuri (palas e nuova illuminazione pubblica) e grane (porto, Excelsior, ex Branella e piazza Mentana). C’è pure il bilancio con richieste sempre più battenti di sostegni che arrivano da famiglie e imprese. Il tutto con una macchina comunale claudicante con dirigenti che se ne vanno. Non c’è tanto da star sereni.