Le statistiche del turismo sangiorgese sono implacabili per il settore alberghiero: dalle 189 mila presenze del 2019 si è passati alle 138 mila del 2024. Di queste 80 mila circa appartengono al giro dei neocatecumeni, quasi 10 mila al turismo sportivo e il resto sono vacanzieri estivi. Tradotto in percentuali gli hotel di Porto San Giorgio hanno una occupazione media di poco più del 25%. Percentuale che non basta per tirare avanti. O meglio, essendo gran parte delle strutture a gestione familiare con un trascorso storico, si riesce a tenere botta ma c’è chi non avendo il cambio generazionale sta pensando ad una trasformazione a turistico-residenziale. Per farlo, però, occorre un nuovo regolamento perché quello varato nel 2021 dall’amministrazione Loira era solo per pochi.
Di questo si è parlato ieri sera in un confronto tra la categoria, sindaco, giunta e consiglieri di maggioranza. Gli imprenditori della città, quasi tutti presenti, hanno chiesto un nuovo regolamento per avere certezze sul futuro: “dietro ogni struttura, hanno detto, non ci sono multinazionali, ma famiglie-imprese che hanno bisogno di tutelare il patrimonio fatto con lavoro e sacrifici. Attendere 5 anni per convertire una struttura è un danno, oltre al degrado (leggasi ex hotel Piceno)”. La richiesta è di un regolamento come hanno tanti altri comuni.
“Ieri sera abbiamo ascoltato, ora inizierá la fase di valutazione – è il commento del sindaco Valerio Vesprini -. Hanno chiesto regole concertate e per tutti, non come è stato fatto da Loira solo per qualcuno. A sostegno hanno rappresentato delle sentenze del Consiglio di Stato: chi non ha la forza economica per mantenere i servizi va tutelato”.
Il rischio di un effetto domino di chiusure ad oggi non c’è. Sono due o tre le strutture ricettive che sono a rischio chiusura, il resto sono imprese ancora salde. “Il turismo è diventato mordi e fuggi e soprattutto diversificato dal punto di vista ricettivo – dice Vesprini -. Basta pensare che case vacanze e B&B nell’ultimo triennio hanno quasi triplicato le presenze”.
Dare la possibilità alle proprietà degoi alberghi di trasformare la destinazione in residence turistici senza attendere 5 anni di inattività: questa la richiesta che sarà presentata anche alla minoranza consiliare perché la categoria vorrebbe una scelta condivisa.
“È un tema caldo che investe tutte le località turistiche – conclude il primo cittadino – faremo le dovute valutazioni confrontandoci anche con altre realtà del litorale per un regolamento di tutela e per evitare il degrado urbano di strutture in abbandono”.