A pochi giorni dalla Commemorazione dei defunti arriva l’ordinanza del Comune contro il degrado e l’incuria di tombe e fornetti. Tre fogli firmati dal dirigente che sono stati appesi su cancelli e porte delle cappelline o sui loculi: quindici giorni di tempo per sanare il cattivo stato dei manufatti, tagliare l’erba, pulire le lapide in stato di abbandono e prendersi cura di alberi e siepi. Chi non osserverà l’ordinanza, o meglio familiari o eredi, avrà l’addebito dei lavori che saranno eseguiti dagli operai che gestiscono il cimitero.

Chi si è ritrovato i fogli appiccicati all’ingresso delle tomba di famiglia è andato su tutte le furie. “Che razza di notifica è questa? – protestano – Se un familiare vive abitualmente fuori città come fa a conoscere il provvedimento? E se uno non ha la possibilità economica di intervenire?”. Domande che i diretti interessati girano agli amministratori. C’è chi in silenzio si è messo a lavoro non senza polemica: “è assurdo che questa direttiva arriva da chi non si prende cura degli spazi comuni. Basta guardare i vialetti che non vengono spazzati, scale introvabili e cappella centrale in pericolante con tanto di transenna”.
Insomma una ordinanza contro concessionari o chi vanta diritti successori che non piace, non tanto per il contenuto quanto per il modo. Chi ha giudicato una tomba in stato di degrado o trascurata?