di Stefano Cencetti
I numeri non mentono. L’ultimo rapporto SVIMEZ sull’andamento del PIL delle regioni italiane è una sentenza: mentre l’Italia centrale cresce, le Marche arretrano. E lo fanno in ogni settore. Cala l’industria (-0,2%), l’agricoltura (-0,5%), le costruzioni (-0,8%) e perfino i servizi (-0,1%). Ma il dato più clamoroso riguarda l’export: -30%. Un crollo verticale che rischia di aggravarsi ulteriormente con l’entrata in vigore dei nuovi dazi americani, mettendo in ginocchio le filiere produttive e commerciali della nostra regione, a partire dai territori più fragili.
Di fronte a tutto questo, Acquaroli continua a vendere illusioni. Il suo slogan, “Più Marche”, si scontra con la realtà: le Marche, oggi, sono sempre meno. Meno opportunità, meno lavoro, meno giovani, meno prospettive. Invece di promuovere un vero piano di rilancio, il centrodestra marchigiano ha gestito la Regione in modo opaco, debole, inefficace. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Noi di Nuove Marche – Base del Cambiamento diciamo basta alla stagnazione. Siamo dalla parte di chi non si rassegna. Siamo con chi crede che le Marche possano e debbano tornare a correre. Condividiamo e facciamo nostra la linea indicata da Matteo Ricci: serve un #CambiodiMarche. Serve una svolta radicale.
Vogliamo:
• sostenere la nostra manifattura investendo in innovazione, digitalizzazione, intelligenza artificiale;
• valorizzare le nuove generazioni, creando lavoro di qualità e condizioni perché ragazze e ragazzi possano restare, vivere e realizzarsi qui, nelle loro terre;
• rilanciare le aree interne, troppo spesso dimenticate, ricucendo le Marche con infrastrutture moderne e servizi efficienti;
• fare della transizione ecologica un’opportunità concreta, con investimenti sull’economia green, sulla sostenibilità, sulla formazione;
• investire su turismo, cultura e servizi, motori fondamentali della nuova economia regionale.
E soprattutto, vogliamo rimettere la sanità pubblica al centro.
Vogliamo rendere la sanità accessibile a tutti, partendo dal territorio. Oggi, nelle Marche governate dalla destra, il pubblico è stato sistematicamente indebolito per lasciare spazio al privato, che non è più un’integrazione ma l’unica possibilità, per chi può permetterselo, di ottenere cure in tempi accettabili.
Noi vogliamo cambiare rotta.
Potenzieremo la diagnostica territoriale, perché la vera rivoluzione sanitaria parte dalle diagnosi precoci e dalle cure tempestive. È così che si salva la salute delle persone, si prevengono malattie gravi e si abbattono, nel tempo, anche i costi della sanità.
Prevenzione, vicinanza, equità: queste sono le parole d’ordine di una nuova sanità marchigiana, che non lasci indietro nessuno.
Vogliamo che le Marche smettano di rincorrere gli altri e tornino a guidare il cambiamento.
I marchigiani meritano di più. Non bastano gli slogan, servono visione, coraggio e concretezza. È il momento di costruire, tutti insieme, una regione forte, moderna, inclusiva e sostenibile.
È il momento di cambiare marcia.
È il momento di un vero Cambio di Marche.