di Claudio Brignocchi
Siamo indubbiamente ad un momento molto complesso e delicato per il futuro della struttura portuale e quindi si rende necessaria una profonda riflessione, che consideri nel suo insieme e in base ad una visione e a un progetto complessivo ogni decisione da prendere.
Non nego che possa essere interessante anche una riconsiderazione delle previsioni dell’attuale Piano Regolatore Portuale, ma tenendo fermo il principio che tale Piano è stato elaborato in perfetta integrazione e armonizzazione con il Piano Regolatore Comunale, nel senso che tutte le aree di proprietà comunale esistenti ad ovest della struttura ( lungomare, ex mercato ittico, magazzini e aree scoperte), sono state progettate in modo da essere funzionali ed integrate con l’area portuale, formando sostanzialmente un unico luogo, senza alcuna separazione.

Confermando questa impostazione di base, può certamente porsi il problema di riduzione di alcune volumetrie se ritenute non rilevanti e decisive e questo certamente potrebbe avvenire ora, nel momento in cui non esiste più alcun titolare della concessione demaniale e quindi la programmazione dello sviluppo portuale può essere effettuata senza alcun condizionamento o pressione.
Ma occorre che per affrontare simile percorso ci sia una chiara volontà politica, tenendo presente sia gli obiettivi da raggiungere ( che dovrebbero riguardare una programmazione finalizzata solo a sostenere la struttura portuale) che i tempi per giungere a definire un nuovo Piano, che inevitabilmente si rifletterebbero anche sui tempi e sulla durata della gestione provvisoria.
Il Comune, in questa fase, ha una funzione decisiva ed unica, per questo ritengo che la costituzione della Consulta, come indicata dall’Amministrazione Comunale nella riunione di sabato scorso con le associazioni, gli operatori e i diportisti, non possa essere il punto di arrivo finale, ma solo uno strumento di consultazione rispetto ad una visione e ad un progetto generale che solo l’Amministrazione Comunale può e deve elaborare.
Ecco perché, quindi, è prima di tutto necessario che tra tante incertezze, l’Amministrazione Comunale assuma su di sé ogni progettualità, coinvolgendo l’intero Consiglio Comunale con le apposite commissioni consiliari e riportando al centro della discussione il futuro complessivo del porto, gli obiettivi da raggiungere e il percorso da realizzare.
Non credo ad una Amministrazione che divenga imprenditrice e si avvii ad una gestione della struttura, avvenga ciò direttamente o anche mediante affidamento alla propria partecipata: l’Amministrazione Comunale deve assolutamente programmare e fissare gli obiettivi che la città intende raggiungere con il Porto, affidando poi la realizzazione degli interventi e la gestione economico-imprenditoriale della struttura ad un soggetto prescelto tramite una gara ad evidenza pubblica e con condizioni di partecipazione perfettamente chiare e individuate secondo le finalità scelte, sapendo che occorrono notevoli investimenti per realizzare le anche minime infrastrutture necessarie.
In questo senso, avendo un Piano Regolatore Portuale chiaro e definito e un Bando di gara perfettamente articolato, sono convinto che molti imprenditori del settore potrebbero considerare interessante l’investimento, anche in una prospettiva di durata della concessione per almeno 50 anni, non avendo investimenti e spese da sopportare per la realizzazione della struttura o per la sua acquisizione come avvenuto nel passato, portando quindi a completamento la sistemazione dell’intera area a sud della città.
Insomma, recupero da parte della Amministrazione Comunale della progettualità riguardante il futuro della struttura portuale, definizione degli obiettivi, scelta dei passaggi anche intermedi come la gestione provvisoria del Porto, le cui modalità di affidamento non possono prescindere dalla visione complessiva che venga elaborata e, infine, indizione di una gara pubblica per l’affidamento della concessione e la realizzazione delle opere infrastrutturali di cui al progetto elaborato.
Solo l’Amministrazione Comunale, depositaria degli interessi generali della città, può decidere quale tipo di struttura avere, come gestirla e come giungere a realizzare tali obiettivi.
Mi auguro, quindi, anche in considerazione del fatto che le scelte di oggi condizioneranno molti decenni a venire, che si apra questa discussione in città e nel Consiglio Comunale quale suo consesso rappresentativo e il tutto non sia affidato o a una visione di parte o a visioni e posizioni di singoli o di ciascuna associazione.
Lettera aperta econsiderazioni del tutto personali e frutto solo del mio interesse per la città.